Menisco lesionato: quando è meglio operare?

Chirurgo ortopedico durante un intervento artroscopico al menisco.

Indice

Le lesioni meniscali sono tra le problematiche ortopediche più frequenti a carico dell’articolazione del ginocchio, sia nei soggetti giovani e sportivi, sia in età adulta. Il menisco svolge una funzione biomeccanica primaria: assorbe parte delle forze che si sviluppano durante la deambulazione e garantisce stabilità e protezione alla cartilagine articolare.

Noi di Ortoclinic ci occupiamo quotidianamente della diagnosi e del trattamento di patologie ortopediche complesse e di problematiche traumatologiche con un’attenzione particolare al ginocchio, all’anca, al bacino e alla spalla. Le nostre competenze specifiche ci permettono di affrontare ogni caso con un approccio basato sull’evidenza scientifica, orientato alla funzionalità e al benessere del paziente, attraverso terapie conservative, tecniche rigenerative avanzate (come PRP e cellule mesenchimali da tessuto adiposo) o procedure chirurgiche mininvasive.

Il trattamento di una lesione meniscale può variare in base a diversi fattori: tipo di lesione, età del paziente, attività fisica, qualità dei tessuti e risposta alle terapie iniziali. La scelta di operare non può essere automatica, ma richiede una valutazione clinica attenta, supportata da esami strumentali e da un’adeguata osservazione dell’evoluzione dei sintomi.

Criteri clinici per l’indicazione chirurgica

Le lesioni meniscali possono essere di tipo traumatico o degenerativo . Le prime sono più comuni nei soggetti giovani, in seguito a torsioni o movimenti bruschi. Le seconde, invece, si sviluppano con l’età, in presenza di una degenerazione strutturale progressiva del tessuto meniscale.

L’indicazione chirurgica si basa su segni clinici ben precisi:

  • Dolore localizzato lungo la linea articolare, resistente alla terapia conservativa
  • Versamento articolare rapido o recidivante, associato a limitazione dei movimenti
  • Blocchi articolari veri o sensazione di “blocco meccanico” causato da frammenti instabili
  • Sensazione di cedimento o instabilità durante la deambulazione
  • Difficoltà funzionali evidenti nei gesti quotidiani
  • Lesioni traumatiche con sintomi acuti e rumori articolari (“schiocco”)
  • Risonanza magnetica con evidenza di lesioni instabili, estese o in zone avascolari
  • Mancato miglioramento clinico dopo tre settimane di trattamento non chirurgico

In presenza di questi criteri, l’intervento artroscopico consente di risolvere la causa meccanica del dolore e prevenire l’aggravamento della lesione.

Schema comparativo tra sutura meniscale e meniscectomia selettiva.
Confronto tra le due principali tecniche chirurgiche per il trattamento delle lesioni meniscali: la sutura e la meniscectomia selettiva

Sutura o meniscectomia: approcci e conseguenze

L’obiettivo di ogni procedura sul menisco dovrebbe essere la conservazione del tessuto sano, poiché la funzione del menisco è indispensabile per mantenere l’equilibrio articolare e rallentare i processi degenerativi.

  • La sutura meniscale è la tecnica preferita quando la lesione coinvolge la zona periferica del menisco, detta “zona rossa”, che ha una buona vascolarizzazione e quindi potenziale di guarigione. Tale procedura prevede l’utilizzo di specifici dispositivi che consentono la stabilizzazione della lesione e il ripristino dell’anatomia originaria.
  • La meniscectomia selettiva, che consiste nella rimozione della sola porzione danneggiata, è riservata ai casi in cui la sutura non è tecnicamente possibile o il tessuto è gravemente compromesso. Sebbene questa procedura offra una rapida riduzione del dolore nel breve termine, è associata a un rischio aumentato di degenerazione cartilaginea e artrosi a medio-lungo termine, a causa della perdita di funzione ammortizzante.

Numerosi studi clinici e biomeccanici confermano che la preservazione del menisco consente di mantenere una buona funzionalità articolare e di ridurre significativamente il rischio di necessità di protesi in età avanzata.

Il recupero post-operatorio è differente per le due procedure: la sutura richiede tempi più lunghi di carico e riabilitazione, ma garantisce risultati migliori sulla qualità della vita a distanza.

Il ruolo dell’età e dell’attività fisica

Contrariamente a quanto si è ritenuto per anni, l’età anagrafica non costituisce di per sé un ostacolo alla riparazione meniscale. È la qualità del tessuto, il livello di attività e lo stato funzionale del paziente a determinare l’opportunità di intervenire chirurgicamente.

Pazienti fisicamente attivi, anche oltre i 50 anni possono ottenere buoni risultati dalla sutura meniscale se la lesione è localizzata in zone vascolarizzate e non è associata ad artrosi avanzata. In soggetti sedentari o con importanti alterazioni degenerative articolari, la riparazione è meno efficace, e si preferiscono trattamenti meno invasivi.

Nelle forme degenerative, l’intervento chirurgico va valutato con attenzione: spesso i sintomi dolorosi sono espressione di un’artrosi iniziale e non della lesione meniscale in sé. In questi casi, la meniscectomia può addirittura aggravare il quadro articolare, aumentando la velocità di progressione degenerativa.

Per questo, nel paziente adulto, la decisione di operare deve derivare da una visione complessiva, che consideri la risposta al trattamento conservativo, il grado di limitazione funzionale, la qualità della cartilagine e l’aspettativa di vita attiva.

Le tecniche chirurgiche e i vantaggi della mininvasività

Intervento artroscopico al ginocchio con tecnica mininvasiva.
L’intervento al menisco viene eseguito in artroscopia, con incisioni minime e strumenti ad alta precisione.

Oggi l’intervento al menisco si esegue in artroscopia, una tecnica che prevede due piccole incisioni millimetriche attraverso cui vengono introdotti strumenti dedicati e una microcamera. Questo approccio consente una visione diretta dell’articolazione, una precisione chirurgica elevata e una gestione molto meno traumatica dei tessuti.

Noi di Ortoclinic eseguiamo procedure artroscopiche con tecnologia avanzata e strumenti ad alta definizione, riducendo i tempi operatori e le complicanze post-chirurgiche. Le tecniche mininvasive, oltre a minimizzare il sanguinamento, facilitano un recupero più veloce e una ripresa funzionale precoce, anche per pazienti con esigenze sportive.

L’intervento dura in media 20-40 minuti, in regime di day surgery. La ripresa del carico e della flessione dipende dal tipo di procedura eseguita: nei casi di meniscectomia il recupero può avvenire in pochi giorni, mentre nella sutura è necessario rispettare tempi più graduali per garantire la corretta cicatrizzazione.

L’intero processo riabilitativo viene seguito da figure specializzate, con un programma di esercizi progressivi che consentono di recuperare forza muscolare, equilibrio e mobilità articolare, senza sovraccaricare il ginocchio.

La gestione ottimale parte da una valutazione accurata

Stabilire il momento più adatto per intervenire su un menisco lesionato richiede esperienza, capacità di lettura clinica e conoscenza aggiornata delle tecniche disponibili. Nel nostro team, ogni caso viene discusso collegialmente e trattato secondo protocolli condivisi e validati, con l’obiettivo di fornire una soluzione realmente efficace, nel rispetto delle caratteristiche individuali e delle esigenze funzionali di ciascun paziente.

L’intervento chirurgico resta una risorsa preziosa, ma va riservato ai casi in cui i sintomi sono persistenti, la funzionalità compromessa e le opzioni conservative hanno fallito. Intervenire troppo presto o troppo tardi può compromettere il risultato. Per questo motivo è fondamentale affidarsi a specialisti con esperienza specifica nel trattamento delle patologie e delle problematiche traumatologiche del ginocchio e con un approccio basato su evidenze scientifiche.