Quando è necessaria la protesi di ginocchio?

Ortopedico mostra una radiografia del ginocchio a un paziente durante la visita.

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Nei pazienti che convivono da tempo con dolori articolari al ginocchio, uno dei quesiti più frequenti è se sia arrivato il momento di considerare un intervento di sostituzione protesica. Non si tratta mai di una scelta da prendere a cuor leggero, ma di una valutazione ragionata che tiene conto di più fattori: la storia clinica, le immagini diagnostiche e, soprattutto, il livello di limitazione funzionale quotidiana.

Il ginocchio è un’articolazione complessa e fondamentale per la stabilità, il cammino e l’equilibrio dell’intero arto inferiore. Quando le superfici articolari sono gravemente danneggiate e non rispondono più alle terapie conservative, la sostituzione protesica può diventare la soluzione più efficace per recuperare mobilità e autonomia.

Le condizioni che possono richiedere l’intervento

Radiografia di un ginocchio con artrosi e degenerazione della cartilagine
L’immagine evidenzia la degenerazione della cartilagine in un’articolazione del ginocchio colpita da artrosi.

La causa più comune che porta alla necessità di impianto di protesi è l’artrosi

Si tratta di una degenerazione progressiva della cartilagine articolare, che rende sempre più difficile compiere anche i movimenti più semplici, come piegare il ginocchio o alzarsi da una sedia. Il dolore tende a diventare continuo, spesso presente anche a riposo, e si associa a rigidità e gonfiore.

Oltre all’artrosi primaria, spesso legata all’invecchiamento, esistono forme secondarie che richiedono altrettanta attenzione. Tra queste, l’artrite reumatoide è una delle più note: si tratta di una condizione infiammatoria cronica che può causare gravi danni alla struttura articolare. Anche i postumi di fratture, lesioni articolari trascurate o traumi importanti possono accelerare la degenerazione e portare a una situazione simile.Altre situazioni più rare, ma altrettanto significative, includono l’osteonecrosi e le deformità strutturate dell’arto inferiore, come il ginocchio valgo o varo marcato, che alterano l’equilibrio meccanico e aumentano l’usura su un solo compartimento dell’articolazione.

I segni che guidano la decisione

Il dolore è certamente uno degli elementi più rilevanti, ma non è l’unico. Il momento dell’intervento si avvicina quando si osservano:

  • Dolore continuo, anche a riposo o durante la notte.
  • Rigidità che impedisce di piegare o estendere bene il ginocchio.
  • Difficoltà nel camminare, nel sedersi, nel salire o scendere le scale.
  • Assenza di risposta a terapie conservative.
  • Immagini radiografiche che mostrano un’usura grave dell’articolazione, spesso con deviazione dell’asse del ginocchio.

Le soluzioni protesiche disponibili

Confronto tra protesi totale e parziale del ginocchio.
Illustrazione comparativa tra protesi totale e monocompartimentale del ginocchio, utilizzate in base all’estensione del danno articolare.

A seconda dell’estensione del danno, si può optare per una protesi totale o per una protesi parziale. La sostituzione totale viene eseguita quando tutte le componenti dell’articolazione sono coinvolte, mentre quella monocompartimentale è adatta solo in presenza di un’usura limitata a una sola porzione del ginocchio.

La scelta viene fatta in base a criteri precisi, valutando attentamente l’anatomia dell’articolazione e le condizioni dei legamenti, oltre alle caratteristiche del paziente in termini di età, stile di vita e grado di attività.

Quando non è ancora il momento

Non tutti i dolori al ginocchio richiedono una protesi. Anzi, la maggior parte dei pazienti che arrivano in ambulatorio vengono inizialmente indirizzati verso terapie conservative, che possono includere:

  • Fisioterapia specifica per il rinforzo muscolare e la stabilizzazione articolare.
  • Farmaci antinfiammatori o antidolorifici nei periodi di riacutizzazione.
  • Infiltrazioni di acido ialuronico o cortisonici, per migliorare la funzionalità e ridurre l’infiammazione.
  • Perdita di peso e modifiche nell’attività fisica, per ridurre il carico articolare.
  • Utilizzo di ausili ortopedici nei casi di deambulazione difficile.

Finché questi approcci garantiscono una vita attiva, anche se con qualche accorgimento, non è necessario ricorrere alla chirurgia. In alcune situazioni, quando l’usura articolare non è ancora grave o il paziente è molto giovane, si possono considerare alternative chirurgiche:

  • Artroscopia: utile in caso di lesioni meniscali o per rimuovere frammenti cartilaginei, ma non efficace nelle forme avanzate di artrosi.
  • Ricostruzione legamentosa: indicata nei traumi con instabilità, soprattutto nei soggetti attivi.
  • Osteotomia: modifica l’asse dell’arto per ridistribuire i carichi articolari. È una scelta che si adatta bene ai pazienti giovani con artrosi localizzata.

Se sono anziano devo per forza optare per la protesi?

L’età non è l’unico criterio. Alcuni pazienti più giovani, ma con danni articolari post-traumatici, possono trarre beneficio dall’intervento. Al contrario, soggetti più anziani ma ancora autonomi e attivi possono mantenere una buona qualità di vita solo con trattamenti conservativi, senza necessità di protesi.

La decisione richiede sempre un confronto approfondito con il chirurgo, tenendo conto della situazione clinica, delle immagini diagnostiche e degli obiettivi funzionali del paziente.

Conclusioni

La protesi di ginocchio diventa una possibilità reale solo quando i sintomi compromettono stabilmente l’autonomia e le terapie conservative non garantiscono più un adeguato controllo del dolore. Ogni valutazione va fatta con attenzione, senza anticipare i tempi ma anche senza ritardare troppo, per evitare di compromettere ulteriormente la struttura articolare.

Se il ginocchio limita in modo importante la vita quotidiana o il dolore è presente anche a riposo, è opportuno fissare una visita ortopedica per un inquadramento completo.

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